Vivi Stabio
Un territorio da sempre punto d’incontro di popoli e di culture diverse
Tra i siti archeologici del Cantone Ticino, Stabio riveste un interesse particolare, in quanto luogo di numerosi ritrovamenti di notevole qualità che spaziano dall’età del Ferro fino al periodo altomedievale. Il territorio, soprattutto nella zona della frazione di San Pietro, presenta un'importante continuità insediativa dal 400 a.C. ca. al VII sec., testimoniata da sepolture dell'età del Ferro, una necropoli romana, da strutture abitative di alto rango sempre dell'epoca romana, tracce del culto al dio Mercurio e da numerose tombe longobarde. Gli scavi hanno permesso di riportare alla luce numerose testimonianze del passato, tra cui sarcofagi, ossa racchiuse in avelli e urne, armi, vetri, vasi e suppellettili domestiche.
Purtroppo, nel corso degli anni, il patrimonio archeologico di Stabio è andato disperso e praticamente tutti i reperti sono oggi conservati in musei lontano dal loro luogo di provenienza.
Si può affermare che a Stabio vi fosse un insediamento stabile già a partire dal secondo periodo dell’età del Ferro. Ne sono conferma due tombe e tre lapidi con iscrizioni in alfabeto nord-etrusco rinvenute durante gli scavi del 1937, i primi condotti con metodologie e criteri scientifici.
Nel periodo dell’età del Ferro lo sviluppo della civiltà assume un’ampiezza decisiva ed i centri abitati raggiungono un numero importante. La loro distribuzione copre quasi per intero il nostro territorio dal Mendrisiotto al Malcantone, dalla Valle Capriasca alla Mesolcina, da quella di Blenio alla Calanca, alla Leventina. Da questi insediamenti si forma la base primitiva del nostro substrato etnologico, che si sviluppa ed evolve nelle successive età senza mutare la sua fisionomia trimillenaria.
La centralità del borgo nella regione si manifestò però soprattutto durante il dominio romano, come testimoniano i numerosi ritrovamenti effettuati. Il nome Stabio può essere messo in relazione alla presenza già in epoca romana di un centro termale e di villeggiatura. Gli scavi del 1937 hanno riportato alla luce una necropoli e i resti di una grande villa appartenuta sicuramente a un personaggio di rilievo e di alto livello economico. L’edificio doveva essere di notevoli dimensioni, composto da una parte abitativa e da un’area circondata da un lungo muro con giardino e piscina. Fra gli oggetti rinvenuti durante lo scavo si trova anche un frammento importante di una statua in marmo. Di epoca romana vi sono anche altri ritrovamenti, come la stele funeraria dedicata a Caio Vero e ai suoi due figli morti in giovane età e l’ara votiva dedicata a Mercurio da Caio Capellino Sora.
La storia medievale di Stabio ha cominciato invece a delinearsi già nella prima metà dell'Ottocento, epoca in cui sono stati riportati alla luce reperti archeologici da riferire all'età longobarda, come una necropoli con diciotto tombe nei pressi dell’antico oratorio di Sant’Abbondio e due sepolture nella chiesa di San Pietro. Nella necropoli e nelle sepolture furono rinvenuti numerosi oggetti tra cui anche il famoso scudo di Stabio.
L'ultimo importante ritrovamento si è avuto nel 1999 quando, in occasione di ulteriori scavi in zona Barico condotti dall'Ufficio dei Beni culturali di Bellinzona, furono ritrovate sei nuove tombe, tra le quali spicca quella intatta di un guerriero longobardo, completa di corredo funebre composto da oggetti in metallo quali una lancia, una spada, la fibbia di una cintura e l’umbone di uno scudo.